di tutto questo dolore ne faremo arte

Dicono che tutto ciò che non ti uccide ti fortifica. Che strano, a me ha fortificato solo ciò che prima mi ha uccisa.

Pensavate si potesse morire una volta sola? No, io non credo. Se la morte è un antro nero dove i cinque sensi che ci connettono al mondo non servono più a nulla, allora no, non si muore una volta sola.

Una volta sola muore la carne, ma l’essenza che la anima è molto più fragile.

Esiste un Dentro lontanissimo da ogni Fuori. Un nocciolo nel petto o nei pensieri così infinitamente lontano dalla superficie del corpo che la realtà non riesce ad arri

all’alba

Ultimamente il cielo era terso.

Nei giorni trascorsi la nebbia aveva paralizzato la vita, sbiadito gli oggetti e ovattato i rumori vestendo la città di un’atmosfera spettrale.

Era calata di notte come cala spietato il lenzuolo bianco sul corpo freddo di un morto e per giorni aveva trasformato tutti i colori in un colore, tutti i profumi in un profumo, tutti i suoni in un suono. Vittime di uno stato di sonnolenza indotta i passanti camminavano

tempi morti

Vi siete mai soffermati a pensare a tutti i tempi morti della vostra vita? È molto semplice capire il concetto se si pensa ad un libro o un film.

Prendiamo ad esempio un film, che forse non tutti leggono (sto dando per scontato che coloro che non leggono – per i quali sto appunto scegliendo l’esempio del film – stiano leggendo queste righe. La speranza, ah! che sapore dolce), un film a caso, non ha importanza.

La storia raccontata dal regista è sostanzialmente una sintesi. Le scene altro non fanno che rappresentare i momenti chiave